Analisi del fenomeno

All’interno del  progetto, prima di cominciare la formazione del gruppo, abbiamo cercato di capire quale fosse il disagio all’interno del contesto scuola, cercando di coinvolgere un buon campione di studenti (144) per avere un quadro della situazione abbastanza realistico. I partecipanti al corso hanno coinvolto i propri coetanei nel rispondere ad un questionario anonimo sul bullismo e più in generale sull’andamento delle relazione nell’ambiente scuola. Dall’analisi delle risposte è emerso che: 1) la maggior parte dei ragazzi sono soddisfatti dell’ambiente scuola; 2) più della metà si trova bene con i propri compagni di classe e con gli altri ragazzi che frequentano la scuola 54,9%; 3) la gran parte dei gli alunni preferisce passare il tempo libero con i propri amici; 4) la percentuale di ragazzi che trascorrono del tempo da soli, che si trovano male a scuola e che si sentono isolati si aggira intorno al 5%; 5) i rapporti dei ragazzi con i propri insegnanti sono abbastanza buoni, così come l’interesse dei genitori riguardo l’esperienza scolastica del proprio figlio, solo un 10% percepisce i propri genitori poco interessati.

Tuttavia circa il 70% degli studenti afferma che c’è qualcuno che compie delle prepotenze; la prepotenza più diffusa è la presa in giro (80%), esclusioni dalle compagnie (41%), offese (37%), scherzi pesanti (25%), piccoli furti (17%), il luogo devo avvengono più spesso questi fenomeni è la classe (47%), corridoi (33%), fuori dalla scuola (17%).

Circa il 63% afferma che i bulli agiscono solitamente in gruppo e composti sia da maschi che da femmine. Quando si verificano queste situazioni i compagni che assistono fanno finta di niente (58%) come se non fosse bullismo ma solo uno scherzo, altri si divertono e fanno il tifo per i bulli (28%), altri ancora ravvedono il problema e cercano di aiutare la vittima (25%); gli adulti non sono mai presenti o non si accorgono di niente, mentre quando ravvedono il problema intervengono (20%). L’85% afferma che ha assistito a prepotenze di altri.

All’interno della scuola c’è una buona comunicazione tra gli studenti e anche al di fuori vengono raccontati i fatti accaduti.

In situazioni di bullismo gli studenti suggeriscono di parlare con i professori e/o agli insegnanti, ma nella maggior parte dei casi se ne parla solo tra coetanei (64%). A casa una buona parte comunica abbastanza e molto con i propri genitori (66%), poco e per niente il resto (34%).

 

All’interno del questionario si chiedeva poi di consigliare un ragazzo vittima di bullismo sul da farsi. I ragazzi hanno risposto in grande percentuale di rivolgersi agli insegnanti, genitori e preside, quindi al mondo adulto. Tuttavia alla luce delle precedenti affermazioni è emersa la capacità di comprendere il pericolo ma la difficoltà materiale di comunicare il problema poiché pur sapendo a chi chiedere aiuto tendono solo in minima parte a comunicare con gli adulti. Di qui è emersa la necessità di porre l’attenzione sulla comunicazione e sull’espressione dei sentimenti e più in generale sulle Life Skills.